La Cooperativa Arca 88 ONLUS persegue l’obiettivo di ridurre e, dove possibile, superare lo svantaggio derivante dal processo di inabilitazione provocato dall’handicap. È nostra convinzione che le persone in stato di svantaggio debbano essere messe in condizione di integrarsi ed inserirsi nella società.
Intendiamo quindi proporre un modello di processo sostenuto da una logica di minor costo umano (emarginazione) ed economico (servizio su misura dei bisogni degli utenti), cercando di realizzare la minore onerosità possibile per la collettività e le famiglie.
Il nostro metodo mette al centro la persona, promuove ciascuno ad agire impegnando le abilità possedute per la piena realizzazione della propria vita, nel rispetto degli altri, nell’assunzione delle responsabilità che ognuno può mettere in gioco.
La missione che abbiamo assunto intende così garantire, nel rispetto dell’individualità, della riservatezza e della dignità della persona, una qualità di vita il più possibile elevata al cliente diversamente abile, parzialmente autonomo o meno, considerandone i peculiari bisogni psichici, fisici e sociali, attraverso un’assistenza qualificata, in stretta collaborazione con la famiglia e i servizi del territorio.
La Cooperativa si impegna a operare sullo svantaggio e sull’emarginazione che si produce nel processo di handicap attraverso il dare energia alle potenzialità e il favorire e sviluppare la vita di relazione sociale. È prioritario per noi dare, infatti, ai nostri ospiti la maggior autonomia possibile (sia operativa sia di giudizio e di opinione). Per questo motivo non dichiariamo valori religiosi o politici, ma operiamo per una compiuta informazione e sosteniamo tutte le iniziative di approfondimento personale, incoraggiando ognuno dei nostri clienti ad assumersi responsabilità di scelta e di giudizio.
Il nostro metodo operativo è fondato sull’empatia e sull’accompagnamento alla maturazione del singolo e del gruppo, responsabilizzando ciascuno. Così le finalità del lavoro che la cooperativa porta avanti parte dalla consapevolezza che occorre non stigmatizzare la disabilità, ma anche non negare le difficoltà che a questa si lega. Da qui la necessità di riconoscere e rompere quei processi di svantaggio e di emarginazione che, puntando sulla diversità del disabile, non riesce a riconoscere una diversa abilità.
Così oggi, come trent’anni fa.